Apertura, postura, respiro. Scandire bene ogni parola affinché il tono risulti deciso. Velocità, entusiasmo, sintesi. Interagire con un microfono quasi fosse il tuo migliore amico. Memoria, tempi di battuta, chiusura.
La radio è dedizione, è passione. Una passione che nel corso degli anni si è tramutata in lavoro. La radio è musica. La musica che cattura l’attenzione del pubblico, che emoziona con i suoi ritmi e con i suoi sounds. La musica che racconta e che spinge a raccontare. La radio è parole. Le mie. Quando muovono all’unisono con le canzoni, quando parlano di me e delle storie di ognuno di voi. La radio è qualcosa di straordinariamente enfatico che ci suggestiona, che mi suggestiona. La radio mi veste e mi addormenta.
Ogni radio ha una sua frequenza e viaggia su una propria lunghezza d’onda. Il compito dello speaker è quello di riuscire ad incanalarla dentro sé fino a diventarne parte integrante. Diviene così un mediatore, capace di intercettare i contenuti della relazione emotiva che passa tra la musica ed il suo ascoltatore. Fu questa la prima cosa che ho assimilato quando entrai in contatto con il mio primo microfono in diretta nel 1997. Da allora non ho più smesso.